mercoledì 27 febbraio 2013

"La Strada e la stella" una dedica a Lucio Dalla


La strada e la stella un ricordo-celebrazione che durerà quattro giorni, quello che Via d’Azeglio la strada in cui abitava Lucio Dalla, insieme alla città dedica al cantautore. Si comincia il 1 marzo con l’inaugurazione della mostra, a cura di UFO Unione Fotografi Organizzati, che nella “manica lunga” di Palazzo D’Accursio, espongono 80 scatti, e che proseguono in un “ideale percorso”con altre 60 immagini  esposte nelle vetrine di via d’Azeglio e 20 nel foyer del Teatro del Navile .Qui alle 18,30 aperitivo di apertura della mostra fotografica “Indimenticabile Lucio”curata da Luciano Nadalini e Gilberto Veronesi. In contemporanea Andrea Petrone espone nello Spazio Arte due ritratti di Lucio Dalla, mentre nella sala teatro sarà visibile la mostra “Dalla L a Dalla” curata da Vittorio PavoncelloA seguire alle ore 21 i “Divanofobia” in concerto.

A seguire sabato 2 “Cieli suburbani” di e con  Paolo Piermattei Featuring: Pia Tuccitto, Bruno Mariani con Nino Campisi, Silvia Salerno, Elisabetta Giorgi, Francesco Milanesi, Olimpia Fortuni, Pieradolfo Ciulli. Regia di Agnese Corsi.
Domenica 3 marzo alle ore 21 “Da quando sei partito...” uno spettacolo originale che sarà un unicum con le canzoni di Lucio, video, ospiti, letture con Paolo Piermattei, Pia Tuccitto, Bruno Mariani, Nino Campisi e con la partecipazione di Valerio Pinotti, amici e ospiti a sorpresa .
Livia Elena Laurentino

Le Gustosità di Neria - La mia Tenerina ...


Che freddo! La bufera di neve ha imperversato un po' in tutta Italia.Certo non si può uscire di casa neppure per una passeggiata. Che fare per consolarci? Una bella torta, semplice, facilssima da preparare, fragrante, profumata …La Torta Tenerina: dieci minuti per prepararla, venti minuti in forno ed eccola pronta.
La Torta Tenerina è la tipica torta di Ferrara, dalla forma arrotondata, viene chiamata anche Torta Regina del Montenegro o Montenegrina
Per chi è un po' curioso ecco la storia...
La ricetta risale al 1900 e fu preparata in onore di Elena Petrovich del Montenegro,sposa del Re d’Italia Vittorio Emanuele III. I ferraresi la chiamano anche Torta Tacolenta per la sua tipica consistenza, fragrante e croccante all’esterno mentre l’interno è quasi liquido che si scioglie in bocca. Per ottenere tutto questo bisogna seguire bene la cottura. La torta si deve togliere dal forno appena in  superficie si formano tante piccole screpolature. 
Consiglio di gustarla ancora tiepida con un calice fresco  di ottimo Barolo Chinato.
RICETTA: La mia Tenerina 
200 gr di cioccolato fondente , 100 gr zucchero, 100 gr burro, 3 uova, 2 cucchiai di farina, 1 cucchiaio colmo di crema di nocciole, un pizzico di sale
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il burro.Togliere dal fuoco ed aggiungere a piacere un grosso cucchiaio di crema di nocciole. Mescolare molto bene i 3 rossi d’ uovo; aggiungere la farina , mescolare, poi  il cioccolato ed il burrosciolti precedentemente ed intiepiditi. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale ed aggiungerli dolcemente , mescolando dal bassa verso l’alto, alla crema. Foderare con carta forno una pirofila del diametro di 20 cm. Infornare a 180 gradi per 20 minuti circa in forno preriscaldato. Quando la torta è tiepida spolverizzare con zucchero a velo.Neria Rondelli

lunedì 25 febbraio 2013

C'E' MUSICA in CUCINA - RON


Musica e vino sono un abbinamento non insolito. Ci sono  diversi esempi  nel mondo della musica, italiana e straniera, in cui queste due realtà hanno incrociato le loro strade. Ricordiamo tra i primi ad interessarsi di vino e diventarne produttore c’è stato Mick Hucknall, voce dei Simply Red, che  trasferitosi in Italia, possiede una sua azienda in Sicilia. Tra gli artisti italiani ricordiamo RON, che attualmente è in tour con Way Out il suo nuovo album uscito lo scorso 26 gennaio 2013.

Ecco cosa ci racconta a proposito della sua esperienza nel mondo dell’enogastronomia:
D. Forse non sono in molti a sapere che oltre a scrivere canzoni bellissime hai una passione per il buon bere tanto da decidere di produrre del vino …
R. In verità è stata una passione che ho coltivato in passato per alcuni anni, quando nel 2004 avevo affittato una casa sulle colline dell’Oltrepò Pavese, dove mi rifugiavo per andare a comporre. Tutto è nato così, un giorno ho incontrato un produttore di Stradella che mi dice “ Le faccio un vino “ e io gli rispondo che sono molto esigente e alla fine sono nati un rosso e un bianco, e li abbiamo chiama ti Fracent’anni, in omaggio alla canzone con la quale ho vinto il Festival di San Remo nel 1996, Vorrei incontrarti fra cent’anni. Il rosso era un uvaggio di cabenet, bonarda , barbera e uva rara, mentre il bianco era una vinificazione in bianco di pinot nero, con l’aggiunta di una percentuale di Chardonnay. Era un ottimo vino, anche se non l’abbiamo pubblicizzato più di tanto, era molto apprezzato, ma  poi mi sono reso conto che entrare  in quel campo era una competizione difficile, così ho preferito bere quello degli altri.

D. Invece in cucina come ti destreggi ?
R. Una volta ero molto volenteroso e attivo, mi piaceva mettermi lì ad inventare anche piatti nuovi, il mio piatto forte era la polenta con lo spezzatino, con un mix di farine di polenta taragna ed un spezzatino misto di vitello,salsiccia e lombo di maiale con i chiodini. Ti dirò che riscuoteva sempre un gran successo.
D. A cena con gli amici a casa o al ristorante?
R. Io preferisco stare a casa perché a casa riesco a gustare meglio le pietanze. Dei ristoranti ne ho un po’ abbastanza, sono quarant’anni che ci  vado, poi per carità ci sono ristoranti in cui nel vale la pena perché si mangia benissimo. Quando non sono in tour mi piace stare nella mia casa,che amo, c’è un insieme di cose mi piace ospitare le persone, anche l’ultimo dell’anno lo trascorso a casa, è stato bellissimo, grazie anche ad una bravissima cuoca che ha cucinato per noi ! 
Livia Elena Laurentino

venerdì 22 febbraio 2013

Le Gustosità di Neria - Polenta che passione


Nevica ancora...che fare? Coccoliamoci con un piatto di polenta calda, succulenta, confortante La polenta e il cibo che esiste da sempre . Si narra che Adamo ed Eva quando furono cacciati dall'Eden fecero frettolosamente fagotto portandosi via lo stretto necessario per sopravvivere compresi alcuni semi di mais . Dopo un lungo viaggiare si fermarono per riposare nelle terre Bergamasche dove piantarono i semi di mais dai quali trarre il cibo.
Il nome polenta deriva dal latino puls, dal greco poltos, termini coi quali venivano chiamati impasti morbidi a base di cereali come farro e orzo,cari sia ai greci che ai romani. La parola polenta la troviamo nei testi di Plinio,che con questo nome indicava una focaccia morbida, ottenuta cuocendo grano essiccato e acqua. La polenta e' un antichissimo piatto a base di farina di cereali conosciuto, nelle sue diverse varianti, sull'intero suolo italiano ed è' stato l' alimento base in alcune zone settentrionali alpine della Lombardia, Veneto Piemonte, Trentino ecc.a Il cereale più usato e' il mais, detto granoturco,dal quale si ottiene la classica polenta gialla.
Sfogliando un vecchissimo ricettario di Luigi Carnacina dedicato alla POLENTA, la ricetta "Polenta pasticciata" e' presente in tutte le regione d'Italia. Inizio da Bologna...

RICETTA della POLENTA PASTICCIATA ALLA BOLOGNESE.
Ingredienti per quattro persone
Dieci fette di polenta piuttosto soda
Besciamella
Ragù alla bolognese
Parmigiano grattugiato
Imburrare una pirofila e disporre le fette di polenta a strati cospargendo ogni strato con il ragù,la besciamella, parmigiano e qualche fiocchetto di burro.Mettere in forno ben caldo e lasciare la pirofila finché la superficie risulti croccante, leggermente gratinata.
Accompagnare questo piatto con un calice di Barbera dell'Oltrepò Pavese o Merlot del Trentino.
Neria Rondelli

giovedì 21 febbraio 2013

iCuoco, gratis 600 ricette

iCuoco: applicazione gratuita con 600 ricette complete. 

Ingredienti, tempo di preparazione, difficoltà e foto del piatto finito.
Tra le ricette, classificate in categorie, troverete antipasti, primi piatti, zuppe e minestre, carne, pesce, verdure, torte e dolci 

Con una grafica semplice, le categorie ti permettono di scegliere la ricetta in modo facile,e con la funzione “Preferiti” è possibile aggiungerla alla cartella dedicata. 


Un box di ricerca permette di trovare quello che potrebbe esserti sfuggito: basterà inserire una parola e l’app visualizzerà le ricette contenenti le parola cercata. 

E’ possibile inviare una ricetta via mail per condividerla; quindi poterla stampare per se o per gli amici.

Le “belle” fotografie che accompagnano i piatti stimolano la tua voglia di metterti ai fornelli. 

iCuoco è disponibile gratuitamente per IOS
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mercoledì 20 febbraio 2013

Novità dal mondo del Prosecco: nuovo packaging per Casa Gheeler



Casa Gheller prende il nome da una storica famiglia di viticoltori in Valdobbiadene che producevano con attenzione e competenza vini di particolare qualità. Negli anni Ottanta la famiglia Moretti Polegato – il più importante gruppo vinicolo dell’area del Prosecco – ha rilevato il marchio continuandone la tradizione: Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G. e Prosecco D.O.C., spumante e frizzante, che Casa Gheller propone nella tradizionale legatura a spago, omaggio alla consuetudine di legare i tappi del vino leggermente frizzante destinato all’uso quotidiano con uno spago per fissarli e per garantirne la tenuta. Un omaggio alla tradizione, che continua anche nel nuovo, moderno packaging di Casa Gheller affidata oggi a Fratelli Rinaldi Importatori per la distribuzione sul mercato italiano.
Nata nel 1957, la Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna si è affermata nel tempo come una delle più dinamiche a apprezzate Società di distribuzione di prodotti alcolici sul mercato italiano. Il suo portafoglio attuale comprende vini, spumanti, champagne, distillati e liquori, provenienti dall’Italia e dai principali Paesi del mondo. La sua presenza commerciale è supportata da un’intensa attività di comunicazione di settore, realizzata attraverso una fitta rete di contatti personali, di incontri, di degustazioni, di rapporti con gli opinion leader e con la stampa professionale.
In occasione del loro recente accordo distributivo, Casa Gheller e Fratelli Rinaldi Importatori hanno operato un innovativo restyling del marchio, delle bottiglie e delle etichette, con l’obiettivo di conferire a Casa Gheller un’identità allineata al concetto più attuale e contemporaneo del Prosecco e del suo consumo.

lunedì 18 febbraio 2013

SPECIALE FRANCIA - Il Foie Gras du Midi Pyréneés

Escalope de foie frais de canard au Chasselas de Moissac
Sono stata di recente nel sud della Francia, più precisamente a Tolosa, e nei quattro giorni di permanenza è stato possibile visitare la zona circostante chiamata Midi- Pyrénées. Questa è la patria non solo di una meravigliosa uva la pasto chiamata Chasselas, ma anche del famoso foie gras. So bene che da tempo c'è in atto una grande polemica al livello internazionale per bloccarne la produzione, ma consapevole di andare incontro a numerose critiche e dissensi, devo confessare che ho molto apprezzato come nei vari ristoranti propongono quello che è un piatto irrinunciabile per i francesi, soprattutto in questa zona dove le famiglie lo fanno in casa in modo artigianale.
Ricordo un piacevole soggiorno al Manoir St.Jean, una grande villa in stile  neo palladiano che ha nove suite ed una camera doppia; immersa nella natura, dove il silenzio ed il riposo sono garantiti come l'alta qualità del la cucina curata personalmente dalla signora Morgades che usa prodotti biologici. Qui per la prima volta ho assaporato il fegato d'oca fresco fatto a scaloppa sfumato con il succo di uva Chasselas e presentato con un piccolo grappolo: divino !
Tre cotture di foie gras del Ristorante Le Florentin a  Moissac
Devo dire comunque che anche quello degustato al ristorante Le Florentin, nel centro di Moissac, con vista sulla magnifica chiesa di San Pietro era altrettanto delizioso;ce lo hanno fatto gustare secondo tre diverse cotture accompagnato da un'insalatina fresca.
A questo punto anche se so che non è facile trovare il fegato d'oca come quello francese, mi sono fatta mandare la ricetta di come lo fanno in famiglia i genitori della nostra gentilissima ed efficiente accompagnatrice. Condividerò questa fantastica ricetta nella speranza di poterla un giorno realizzare,magari bello e buono come nella foto qui accanto.


Dapprima bisogna comprare i fegati grassi freschi (in Francia lo comprano nei mercati dedicati alla vendita dei foie gras che si svolgono solo in questo periodo  in alcuni paesini del Sud-Ovest, o direttamente dai produttori. Si inizia con la pulizia del fegato e la privazione di nervetti e vene che si trovano nella polpa, poi lo si mette in un grande contenitore pieno di acqua fredda e sale grosso per due ore. Dopo di chè lo si taglia e lo si sistema nei vasi di vetro. Si aggiunge un cucchiaino di pepe e uno di sale grosso.Bisogna fare attenzione e spingere bene in fondo al vaso il fegato,perchè successivamente si ridurrà di volume. A piacere si può aggiungere un po' di miele o lasciarlo così maturale e solo una volta pronto accompagnarlo con marmellate di ribes o fichi. a questo punto c'è la fase più importante,quella della sterilizzazione. I vasi verranno messi a bollire per circa due/tre ore a seconda della grandezza. 
Dimenticavo il vino,in abbinamento,ideale è il Sauvignon.

Livia Elena Laurentino

venerdì 15 febbraio 2013

A Bologna è nata l'associazione del TOUR tlèn.


Dopo due appuntamenti, il primo dedicato al tortellino, emblema di Bologna e il secondo dedicato alla  polpetta, dodici chef della città hanno creato un'associazione intitolata TOUR tlèn, in omaggio all'ombelico di Venere piatto più rappresentativo del capoluogo emiliano. Scopo degli associati è la realizzazione di un progetto di promozione della città attraverso la valorizzazione le eccellenze gastronomiche del territorio.
I 12 chef  ci tengono a sottolineare che la porta è aperta a tutti coloro che vorranno fare squadra con loro, senza preclusioni, unico requisito richiesto passione e professionalità. Con una vena polemica però hanno  messo in luce le difficoltà burocratiche che spesso i ristoratori hanno incontrato in passato, nei rapporti con le istituzioni,nell'organizzazione di eventi e la scelta di creare un'associazione come " liberi cittadini" è stata dettata proprio da questo e con l'intento di  dinamizzare un po' la città che sotto questo aspetto è abbastanza bloccata. Non solo ma ad oggi  i fasti del passato sono finiti e la ristorazione di qualità è presente,  ha bisogno di avere il giusto risalto risalto. Ecco perchè i dodici chef  di TOUR tlèn  hanno deciso di mettersi in piazza, nel vero senso della parola .Basta alle polemiche gli chef sono per il fare, mettersi il cappello e giacca e avvicinarsi al pubblico.
Per quanto riguarda le  materie prime l' associazione si impegna a tutelare quelle del territorio, ma non è detto che lasciando spazio alla creatività e alla fantasia degli chef ci saranno delle sorprese.
Ma il progetto si fa ambizioso e se per il futuro prossimo stanno già lavorando ad un "lasagna day"  sempre all'ombra della due torri, si pensa anche a prossime uscite in trasferta e sono trapelate destinazioni Genova, il prossimo anno per il Pesto day, e all'estero a Barcellona.
Del gruppo  fanno parte  
Lucia Antonelli-Taverna del Cacciatore,Fabio Biagi - Ristorante Biagi, Vincenzo Cappelletti - Cantina Bentivoglio, Riccardo Cattalani Locanda il Sole,Mario Ferrara -Scacco Matto,Marcello Leoni Ristorante Leoni,Massimiliano Poggi Ristorante Al Cambio,Claudio Sordi – La Piazzetta,Simone Ropa La Bottega di Franco,Lino Rossi Ristorante Franco Rossi,Corrado Vitale Polpette e Crescentine  e Stefano Aldreghetti Ristorante da Poggi di Venezia , l'unico chef non della regione.Ci sarà dunque una sfida tra il baccalà e la cotoletta alla bolognese ?
Livia Elena Laurentino


martedì 12 febbraio 2013

Un San Valentino ...FRIZZANTE by Perrier


Conto alla rovescia mancano solo 3 giorni al 14 febbraio e per festeggiare San Valentino con la persona amata, ecco un modo nuovo e davvero unico per rendere più " frizzante " la vostra serata. E' arrivato  Perrier Ginger Lover, il cocktail firmato Mixology by Perrier, si tratta un mix esclusivo a  base di acqua Perrier  ed ingredienti che avete ogni giorno a portata di mano , ma solo un guru della mixologia d’avanguardia come Laurent Greco, Patron della Liquid Chef di Parigi  avrebbe potuto realizzarlo.  Il sapore della birra allo zenzero, consumata principalmente con le calde temperature delle isole dei Caraibi, si fonde con la gastronomia asiatica, dove Laurent ha scoperto e provato la combinazione mela-zenzero.
Ecco dunque la ricetta da richiedere nel vostro locale preferito o da preparare voi stessi per "accendere" una serata speciale :
1-    Tritare finemente lo zenzero e mela verde con un coltello. Lo zenzero fresco contiene un olio essenziale naturale che rilascia rapidamente i suoi aromi. Questo significa che i sapori possono essere modificati dalla frutta scelta.
2-    Riempire l’infusore di tè con il trito di zenzero/miscela di mela verde e mettere da parte. Se non si ha una palla da tè, è possibile utilizzare un piccolo setaccio fine per infondere la miscela.
3-    Tagliare una fetta di 1 cm di spessore di mela verde, da intagliare a  forma di fulmine con la punta del coltello.
4-    Al momento di servire, mettere l’infuso già pronto in un bicchiere da Martini, dove versare una quantità di acqua Perrier fresca, tale da riempire il bicchiere a 3/4. Lasciare in infusione per qualche secondo. Attenzione, quanto più a lungo l’infuso rimane a sedimentare, tanto più pronunciato sarà il sapore del preparato.
 Per un cocktail dal gusto unico e sensuale e ...assolutamente ANALCOLICO.
Livia Elena Laurentino

domenica 10 febbraio 2013

Il pranzo della domenica di Carnevale nella tradizione bolognese


Il Pranzo della Domenica di Carnevale è fortemente legato alle tradizioni rurali bolognesi e si seguono le regole ben precise dettate da bisnonne, nonne e zie. Il proverbio recita:
Provérbi
La dmannga dal Cranvél
La galénna bisàggna magnèr,
parché, sinchenà,
al cavzèl la s magnarà.
Proverbio
La domenica di Carnevale
La gallina bisogna mangiare
Perché, altrimenti,
si mangerà al capezzale.

E’ un pranzo molto importante, ricco e i cibi fritti sono presenti in ogni portata. Si inizia con l’antipasto: salumi misti e crescentine. Come primo piatto non devono mai mancare i tortellini in brodo…Non si mangeranno più fino al giorno di Pasqua. Si  prosegue con  la gallina arrosto  che verrà servita con uno sformato di spinaci e fritto misto alla bolognese. Per finire zuppa inglese o  fiordilatte e raviolini fritti alla crema
Consiglio di gustarli con un calice di Malvasia dolce dei Colli Piacentini Doc Medici Ermete, vino piacevolmente frizzante e aromatico.


Ed ecco la ricetta dei  RAVIOLINI FRITTI ALLA CREMA ( dosi per 6 persone)  

Mezzo chilo di farina, un etto e mezzo di zucchero, 1 bustina di vanillina, tre uova, una tazza di olio, una bustina di lievito per dolci, scorza di limone grattugiata a piacere
Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un  impasto morbido ed elastico. Tirare una sfoglia abbastanza grossa. Tagliare la sfoglia con un piccolo bicchiere capovolto e formare dei dischetti. Riempire con un cucchiaino di crema pasticcera. Chiudere molto bene i bordi schiacciandoli con i rebbi di una forchetta per evitare che i raviolini si aprano durante la frittura. Friggere i raviolini in abbondante olio di arachide ben caldo e quando saranno freddi spolverizzarli con lo zucchero a velo. Buon lavoro da   Neria Rondelli

sabato 9 febbraio 2013

APP "Le basi della Cucina Italiana"

Per gli amanti della cucina italiana ecco una App dedicata, che raccoglie le migliori ricette della nostra fantastica tradizione culinaria.

Dedicata a chi si accinge per le prime volte a mettersi ai fornelli e anche ai cuochi esperti, tutte le ricette sono spiegate nei minimi dettagli, con la descrizione dei passaggi della preparazione tramite testi, fotografie e filmati.

Nell’applicazione Le basi della cucina Italiana troverete:
80 ricette, complete di ingredienti, tempi di esecuzione, consigli e varianti
6 capitoli, aperitivi, verdure, pasta & co., pesce, carne e dessert
472 foto che illustrano i diversi passaggi delle preparazioni

Interessante è l’opzione di fogliare le pagine del ricettario con un comando vocale (basta pronunciare al parola “avanti” o “indietro”) e quella di ascoltare una voce che che elenca gli ingredienti.

Inoltre è possibile salvare le ricette sotto la voce PREFERITE, annotare i propri commenti e appunti sui procedimenti di esecuzione e avviare un utile TIMER per controllare i tempi di cottura.

Le basi della Cucina Italiana è disponibile per IOS e ANDROID, per PHONE o TABLET, e costa 7,99 euro
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venerdì 8 febbraio 2013

A Bologna parte il corso per Enogastonomi Sommelier organizzati da Epulae

In televisione imperversano le trasmissioni che parlano di cucina e di cibo, che siano lezioni di esperti o gare per neofiti, ma il vino, considerato come complemento imprescindibile di un buon pasto o solamente come apri- cena, è molto più raro vederlo protagonista. Ecco però che nel panorama italiano i corsi per la formazione di eno-gastronomi sommelier esistono e sono piuttosto frequentati, vuoi per trovare nuovi sbocchi lavorativi,vuoi per appagare la propria "sete" di conoscenza.
A Bologna,come a Bracciano dove sono appena partiti,il prossimo lunedì 11 inizierà il corso di 1° livello di eno-gastronomo sommelier organizzati dall'Accademia Internazionale per la formazione e la cultura enogastronomiaca e analisi sensoriale EPULAE, che da anni opera nel settore ed è stata legalmente riconosciuta con  ex DPR 361/2000.Il corso si terrà presso il Ristorante Regina Tagliatella in Via San Donato 5/a a Quarto Inferiore con inizio alle ore 20.00 che si occuperà degli stuzzichini di accompagnamento alla lezione. In ogni appuntamento  sono previste 3 degustazioni di vini selezionati, dai docenti di Epulæ, nel panorama delle produzioni regionali italiane ed estere.

Per ogni corso sono previste 7 lezioni della durata di circa tre ore alla quali si aggiungono altre due lezioni sul campo , ovvero visite presso aziende vitivinicole, durante le  quali i corsisti potranno apprendere direttamente da coloro che vivono quotidianamente il percorso del vino dal grappolo alla bottiglia.
Nel 1° livello sono contemplate due lezioni che riguardano una l'olio ed una i distillati, per completare meglio la conoscenza  dell'universo gastronomico. Al termine verrà consegnato un attesto di frequenza riconosciuto da categorie  professionali e Camere di commercio.Info e prenotazioni telefonando alla segreteria: Neria Rondelli 335 7900198 o via mail emiliaromagna@epulae.it
Laura Neve 

mercoledì 6 febbraio 2013

Giovedì grasso …dolci e tradizioni del Carnevale


La tradizione dei dolci di carnevale è antica e molto ricca. Risale ai tempi dell’antica Roma e in alcuni casi addirittura alla Magna Grecia. Ecco che la tradizione del  Carnevale  non è solo un evento festoso ma anche un fatto culturale che, con le feste di paese, sfilate di carri mascherati, preparazione di dolci tipici si festeggia l’uscita dall’inverno e l’avvicinarsi della primavera. Nel periodo di Carnevale sono molte le occasioni per un peccato di gola, visti i numerosi dolci regionali presenti in Italia, di cui la maggior parte sono fritti. Sono una vera tentazione e facilmente reperibili in pasticceria, nei panifici, ma anche nei supermercati. In questo periodo sulle nostre tavole o al ristorante si termina il pasto sempre mangiando allegramente questi dolci che, molto simili tra loro,di regione in  regione, cambiano solo la forma e il nome. Per una breve carrellata esemplificativa di dolci carnevaleschi mi piace partire da Venezia dove il Carnevale è uno dei più antichi ed in passato anche molto lungo. Iniziava infatti il 26 dicembre e finiva il martedì grasso, giorno precedente al 1° giorno di Quaresima. Questo periodo Venezia era caratterizzata da rappresentazioni teatrali, balli in maschera, feste popolari in tutti i sestieri.C’erano naturalmente i dolci che ancora oggi si possono degustare; i più tipici sono le frittelle, l’evoluzione delle fritole. Ma troviamo anche i galani  a forma di nastro che in tutto il Triveneto prendono il nome di crostoli (dal latino “crustula” crosta di pane fritta addolcita con zucchero o miele). Altro dolce tipico di questi luoghi sono le castagnole, piccole palline di pasta dolce fritta con o senza uvetta che le troviamo anche in Liguria, Marche ed altre regioni italiane. I crostoli prendono il nome di sfrappole in Emilia, frappe nel Lazio, cenci in Toscana, chiacchere in Lombardia  e di bugie in Liguria e Piemonte . A Piacenza si preparano i tortelli dolci, a Bologna troviamo i raviolini fritti alla crema , a Napoli le zeppole, in Calabria la pignolata. Davanti a tanta ricchezza gastronomica, quel che ci vuole è degustarli con una coppa di spumante dolce, oppure un bicchierino di passito.. In casa mia la tradizione carnevalesca è ben precisa che si rifà a quelle antichissime della campagna bolognese. Le sfrappole  non devono mai mancare  il giovedì ed il martedì grasso mentre la domenica di carnevale, oltre al pranzo a base di tortellini in brodo e gallina arrosto, si preparano i raviolini alla crema. La tradizione del pranzo della domenica di Carnevale è molto importante ma ve lo racconterò nei prossimi giorni. Ora facciamo le sfrappole…Giovedì Grasso è domani !
SFRAPPOLE DI CARNEVALE
Ricetta per quattro persone
Ingredienti : 450 gr.  di farina, 3 uova, 3 cucchiai di zucchero, 3 cucchiai di aceto bianco,mezzo bicchierino di rum o cognac a piacere, olio di arachide per friggere, zucchero a velo vanigliato
Impastare bene tutti gli ingredienti e tirare una sfoglia sottilissima. Tagliare delle strisce di pasta larghe circa tre centimetri e lunghe a sufficienza per formare nastri. Friggere le sfrappole in abbondante  olio di arachide ben caldo. Toglierle dall'olio quando sono di colore dorato chiarissimo facendo attenzione di non romperle ed adagiarle con cura su carta assorbente, Disporle su un vassoio spolverizzandole abbondantemente con zucchero a velo vanigliato.
Neria Rondelli

venerdì 1 febbraio 2013

La Distilleria Pilzer propone un elegante packaging per le sue grappe

La distilleria trentina di Bruno e Ivano Pilzer rinnova completamente il packaging e il confezionamento delle sue bottiglie.

Il restyling è integrale: a partire dal prezioso monogramma, inciso a rilievo sulle bottiglie, che lega assieme le iniziali dei due fratelli Pilzer; nuove e personalizzate sono le bottiglie, di forma elegante e slanciata; raffinate e minimaliste sono le etichette, di colore nero, che riportano in verticale, e a colori, l’indicazione della singola tipologia di distillato. Rinnovati anche gli astucci, essenziali e modernissimi, che riprendono il nero delle etichette.
Il progetto grafico è stato concepito e realizzato interamente dallo studio di design dell’Architetto Pio Nainer di Trento.
Aperta nel 1957 a Faver, un antico borgo situato a metà della Valle di Cembra, la distilleria Pilzer è oggi una delle più prestigiose non solo del Trentino, ma dell’Italia intera. Condotta dai fratelli Bruno e Ivano Pilzer, produce un’ampia e qualificatissima gamma di grappe e di acquaviti di frutta. Nel corso della sua storia, la distilleria Pilzer ha ottenuto medaglie, premi e riconoscimenti a molti dei più importanti concorsi nazionali e internazionali di settore.
 Le grappe e le acquaviti di frutta Pilzer sono distribuite in Italia dalla Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna  www.rinaldi.biz