venerdì 30 giugno 2017

Gustosità di Neria - INVOLTINI di MELANZANE


Gli involtini, piccoli saporiti irresistibili…uno tira l’altro. Da mangiare in un boccone nascondono sempre un ripieno saporito e delizioso. Di solito si preparano con carne o pesce ma oggi ho voluto prepararli con le melanzane che sono di stagione. Con un piccolo tocco di sapore donato dallo speck ecco che i miei involtini sono piaciuti moltissimo… da provare.


Trasferire gli involtini in una pirofila leggermente unta di olio e scaldarli in forno caldo a 220 gradi per un paio di minuti.     La ricetta  degli INVOLTINI di MELANZANE

Ingredienti per 4 persone 350 gr di melanzane, 1 limone, 8 fettine di speck, 50 gr di parmigiano reggiano grattugiato, 3 cucchiai di pangrattato, 1 ciuffo di basilico, qualche rametto di origano fresco, 2 cucchiai di olive taggiasche snocciolate, olio, sale, pepe


Tagliare le melanzane a fette dello spessore di 1/2 cm circa quindi grigliarle su una piastra bollente o sotto il grill.

In una ciotola mescolare il parmigiano, le erbe aromatiche mondate, lavate e tritate, le olive a pezzetti, la scorza grattugiata di 1/2 limone, 4 cucchiai di olio, un pizzico di sale e una macinata di pepe.
Spalmare il composto preparato sulle fette di melanzane, arrotolarle su se stesse e avvolgere ogni rotolino ottenuto con una fettina di speck; fissare ogni involtino con uno stecchino se necessario. 
Trasferire gli involtini in una pirofila leggermente unta di olio e scaldarli in forno caldo a 220 gradi per un paio di minuti.Trasferire gli involtini in una pirofila leggermente unta di olio e scaldarli in forno caldo a 220 gradi per un paio di minuti.


Servire gli INVOLTINI di MELANZANE caldi o tiepidi con un contorno di verdure a piacere. 
In abbinamento un calice di Bianco dell’Angelo Rubicone Igp Podere Dell’Angelo, Vergiano di Rimini.
 Questo vino bianco è ottenuto da un uvaggio di uve a bacca bianca tipiche della zona e coltivate in azienda: Trebbiano, Pagadebit e Biancale. Il risultato è un vino fresco e beverino, fine e morbido, perfetto compagno dei pasti estivi e leggeri a base di verdure, carni bianche e pesce e formaggi freschi. Temperatura di servizio 8 – 10 gradi. 

Buon lavoro e buon appetito ! Neria Rondelli







mercoledì 28 giugno 2017

Gli italiani e la pasta, quanto la conosciamo ?



Italiani e pasta sembra essere un binomio inscindibile, anche se il nostro paese, per soddisfare il fabbisogno, non produce abbastanza grano da trasformare in pasta e quindi le industrie acquistano dall'estero quello che necessario per garantire la produzione.
Ma quanto siamo disposti a spendere per un piatto di pasta? Poco, forse troppo poco.
Uno studio di mercato realizzato su un pannello di 1300 famiglie, da Last Minute Market, spin off dell'Alma Mater di Bologna, in collaborazione con SWG , ha evidenziato alcuni punti importanti :
- solo il 7% consuma pasta artigianale 
- per  quasi 5 volte a settimana
- per circa il 50% dei consumatori l'importante è la tenuta della cottura, ma non conosce i processi      produttivi
- il 35% è disposto a spendere un 1 euro e mezzo per 500 gr.

Ecco dunque che ci piace mangiare bene, ma vogliano spendere poco, e spesso le due cose non collimano.
In controtendenza c'è chi invece, oltre a produrre il grano, ha deciso di consegnare ai consumatori il prodotto già confezionato, praticamente dal chicco al pacchetto; è Massimo Mancini, laureato in agraria a Bologna, e titolare dell'omonimo Pastificio Agricolo.
All' origine c'erano 60 ettari di terra che il nonno aveva acquistato nel 1938 e coltivati a girasoli, grano e favino, ma che col passare degli anni stavano per perdere le loro potenzialità. Poi con il ritorno alle origini, la sua passione e forte degli studi fatti, ecco che Massimo ha trovato un modello agricolo industriale replicabile per la pasta.
A Monte San Pietrangeli, nel cuore delle Marche, Mancini ha moltiplicato i terreni, che ora sono 500 ettari coltivati solo a grano, in tre tipologie e nel 2010 ha realizzato un pastificio iper tecnologico, a basso impatto ambientale, con 1 milione e mezzo d'investimento. 
Oggi  dopo sette anni si lavora per raddoppiare la superficie dello stabilimento e la rendita del grano per ettaro è 10 volte tanto e dà lavoro a 25 persone. Il percorso di trasformazione  realizzato da Massimo Mancini è fatto con coerenza migliorando la qualità del grano, affiancando il marketing alla comunicazione ed è un modello che lui vuole condividere attraverso l'aggregazione tra produttori. 
Grandi chef stellati in Italia e nel mondo hanno scelto la Pasta Mancini, nei suoi tredici formati, ma da giugno è attivo lo shop on line. Livia Elena Laurentino

lunedì 26 giugno 2017

IL PRATO nel PIATTO - L'IPERICO



L'IPERICO
Preparatevi a leggere cose strabilianti riguardo ad un’erba che cresce intorno a noi e come spesso accade alle nostre carissime amiche erbe, quai ignorata. State per conoscere una pianta dalle 1000 virtù. E'considerata l’erba di san Giovanni per eccellenza, porta il sole nel nostro quotidiano illuminando le cose poco chiare, ed è usanza raccoglierla nel periodo del solstizio d’estate come erba di protezione.
È abbastanza semplice da riconoscere, è una pianta a fusto eretto, legnoso e ramificato, e una volta secca diventa tutta color rosso mattone. Le foglie sono piccine e picchiettate di minuscole ghiandole trasparenti, in controluce assomigliano a forellini, che gli conferiscono l’appellativo di “perforato”, Hypericum perforatum. Nel mese di giugno fa dei fiori di colore giallo intenso, bellissimi, attraenti, riuniti in gruppo e se li stropicciate noterete con stupore che colorano la pelle di rosso, è il segreto che essa racchiude: le sue sommità fiorite sono ricche di flavonoidi, come l´ipericina, la rutina, la quercetina e l´iperoside, sostanze a spiccata azione antidepressiva e sedativa. L'ipericina, in particolare, inibisce due enzimi responsabili della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale (serotonina, dopamina, noradrenalina) e aumenta la secrezione notturna di melatonina, aiutando contro l'insonnia. Oltre ad avere la capacità di stimolare la produzione di melanina, favorisce la rigenerazione di pigmento e di vitamina D.
Tutta la pianta emana un odore gradevole. È molto comune nei terreni asciutti, lungo i margini delle strade, ai bordi di campi e nelle radure, cresce fino a 1600 m d'altitudine, e mai nello stesso posto. Lei è nomade, e va dove c’è bisogno di lei. Prestatevi attenzione a questa cosa, ne rimarrete piacevolmente colpiti. 
Considerata da sempre un’erba sacra, è detta “scaccia diavoli” per ricordare l’erba che san Giovanni ha usato nella sua battaglia per allontanare il male. I puntini neri sui suoi fiori e sulle sue foglie, rappresentano i buchi lasciati dai dardi scoccati dal demon, così racconta la tradizione popolare che raccomanda di raccoglierne a mazzi per scacciare le negatività. E, quale male può esser peggiore delle nostre paure? L’iperico è un energia solare che dissolve le tenebre,va dove è necessaria la sua presenza e bonifica il luogo in cui s' insedia. Fa questo sia in noi che attorno a noi. Ci è stato tramandato il rito di portare una piantina di iperico insieme alla ruta, l’artemisia e l’aglio nelle nostre case in segno di protezione e di benevolenza verso Madre Natura che si prende cura di noi, ci sostiene, ci nutre e ci veglia.
Per Ippocrate e Dioscoride, antichi medici greci, il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”, hyper-eikon = pianta che cresce sulle vecchie statue, e qui per statue si intendono le antiche credenze, quelle modalità che frenano o immobilizzano il nostro stare, chi vuole intendere, intenda. Sembra che addirittura i Templari utilizzassero questa pianta, non solo come cicatrizzante per ferite e ustioni, ma anche per migliorare l’umore di quei cavalieri che, dopo le battaglie, erano costretti a passare lunghi periodi fermi a letto. 
Vi avevo avvisati che vi sareste trovati dinnanzi ad una pianta speciale! 
I fiori d' iperico da freschi sono gialli, ma seccando assumono una colorazione rossastra, rugginosa. Lo stesso accade per l’estrazione in olio. L’oliolito di iperico è il rimedio casalingo per eccellenza, difatti è detto “l’olio della casalinga” perchè prezioso da tenere  a portata di mano, utile in caso di ustioni, antisettico e cicatrizzante. Adoro questo olio, per le sue qualità strabilianti e per il suo splendido colore rosso rubino. Scherzando lo chiamo sangue di drago, ma se andiamo a leggere ciò che le donne, che un tempo custodivano la conoscenza popolare. hanno tramandato a suo proposito, scopriremo che trattasi di un rimedio molto, molto speciale! Ebbene potreste leggere che i piccoli disturbi si risolvono spesso solo con questo oleolito. Eppoi han lasciato detto che rappresentando esso “la luce in terra” torna utile in caso di eritemi e scottature, consigliato anche per lenire i disturbi legati al fuoco di san Antonio, per i dolori reumatici, per le articolazioni, per dare spessore alle cartilagini, per portare armonia e energia, per tutti i problemi di freddo, schiena, dolori muscolari, perché scalda riequilibrando le tensioni dei muscoli. Ricordiamoci però, che trattandosi di una pianta fotosensibile e foto stimolante, ne viene sconsigliato l’utilizzo quando ci esponiamo al sole. 

Pronti a scoprire come si prepara l’oliolito di iperico? 
È molto semplice: riempite per 3/5, un
barattolo pulito con le piante che avete raccolto. Potete decidere di usate gambo, fiori e foglie, o se ne avete trovato in grande quantità, potete farlo anche di soli fiori, verrà di un rosso più bello e più lucente. Poi, ricoprite con olio evo di buona qualità. È importante lasciare uno spazio vuoto, 1/5 circa, spazio che ci permetterà di mantenere attiva la nostra preparazione.  Ogni giorno, il barattolo va agitato delicatamente, solo dopo che avrete rimosso l’umidità che si forma internamente sulle pareti e sotto il tappo di chiusura, asciugandola con una carta assorbente. Mi raccomando, questa è un’operazione molto importante, perché diversamente rischiate di vedere irrancidire il vostro preziosissimo olio. Va tenuto esposto al sole per 40 giorni e poi si filtra, e si conserva in bottiglie di vetro scuro, al riparo dalla luce e in luogo fresco. Dopo di ché è pronto per essere utilizzato. Se volete potrete poi diluirlo, man mano che lo usate, con olio di mandorle o di girasole per alleggerirne il profumo e renderlo utilizzabile per massaggiarvi dopo la doccia. Vi ho già accennato alle sue preziose proprietà cicatrizzanti ed emollienti, e al fatto che stimola la rigenerazione cellulare. Meraviglioso in caso di ustioni, di eritema solare, macchie della pelle, psoriasi, secchezza della cute del viso e del corpo, invecchiamento cutaneo, piaghe da decubito, smagliature e segni provocati dall'acne. Vero trattamento di bellezza, potente antirughe e anti età. Conosco persone che hanno reso i segni delle loro cicatrici quasi impercettibili con il suo uso. 
Non si tratta di una pianta da mettere nel piatto, anche se qualche fiore potete aggiungerlo alle vostre misticanze e se volete potete utilizzare l’intera pianta fresca o secca per fare tisane rilassanti che porteranno chiarezza nel vostro quotidiano. L’uso che mi sento di consigliare è quello di prepararvi l’oliolito da utilizzare al bisogno. Sulla pelle è fantastico, e visto che ci nutriamo anche attraverso la pelle essendo a rapido assorbimento, fa bene quasi per tutto; sono certa che mi ringrazierete. 
AVVERTENZE: sottolineo e sottoscrivo le doti meravigliose di questa pianta, però è molto importante tenere presenti alcune contro indicazioni che sono state evidenziate dalla moderna medicina. Essa diminuisce l'effetto anticoagulante del Warfarin e può abbassare i livelli ematici della Ciclosporina, usata contro il rischio di rigetto da trapianti; riduce l'effetto dei contraccettivi orali; potenzia gli effetti degli antidepressivi di sintesi; ed è necessario sospenderne l'assunzione cinque giorni prima di ogni intervento chirurgico. Non si deve assumere in gravidanza e allattamento. Detto ciò, ognuno tragga le proprie conclusioni e prenda le giuste decisioni. Ognuno di noi ha il potere di scegliere ciò che è meglio per sé. 

Bene, siam giunti alla fine, “stretta è la foglia, 
larga è la via, 
dite la vostra che io ho detto la mia!!” 
Così diceva la mia nonna Tecla, 
mia maestra d’erbe e di Vita.
Vi abbraccio forte, Beatrice Calia, l’Erbana.



sabato 24 giugno 2017

LEVANTE nei clik di Joanna Marioni



Aspettando Metarock 2017 la suggestiva Piazza Cavalieri a Pisa, ha ospitato Claudia Lagona, in arte Levante.


Grande presenza, sicura padronanza del palco, energia esplosiva e contagiosa e raffinata intensità interpretativa sono stati i protagonisti indiscussi della serata.


Una conferma per Levante.


L’artista di origini siciliane è arrivata al grande pubblico nel 2013, grazie ad un singolo estivo che vende migliaia di copie, “Alfonso” e nello stesso anno apre i concerti del “Sotto casa tour” di Max Gazzè.


Nel 2014 esce il suo primo album in studio Manuale distruzione e nel 2015 il secondo Abbi cura di te che porta in tour nelle principali città italiane; nello stesso anno apre concerti del tour di Paolo Nutini.


Il 2016 segna la sua collaborazione con J-Ax, Fedez e Stash dei The Kolors, nella canzone Assenzio 


Infine nel 2017 pubblica il suo primo romanzo “Se non ti vedo non esisti” e il il suo terzo attesissimo disco di inediti “Nel caos di stanze stupefacenti” che contiene anche un duetto con Max Gazzè.


 E' ormai certa la sua partecipazione all' undicesima edizione del  talent show X FACTOR in qualità di giudice insieme a  Fedez, Manuel Agnelli e Mara Maionchi. Testo e foto by Joanna Marioni

venerdì 23 giugno 2017

Gustosità di Neria - ARROSTO di MARE al CARTOCCIO con RATATOUILLE di VERDURE


Il cartoccio…una cottura semplice .Sorprende per la ricchezza di profumi e sapori che dona alla pietanza, preservandone i nutrienti. Oggi nel cartoccio ho cotto un bellissimo trancio di nasello freschissimo, che in se è un pesce molto delicato, ma con l’aggiunta delle saporite verdure la pietanza è risultata saporita e di carattere.

La ricetta del ARROSTO di MARE al CARTOCCIO con RATATOUILLE di VERDURE


Ingredienti per 6 persone 800 gr di nasello fresco, 1 peperone rosso, 1 melanzana, 2 carote, 2 zucchine, 10 pomodorini ciliegia, 1 cipolloto, 1 cucchiaio di capperi sotto sale. 2 cucchiai di olive taggiasche, 1 spicchio di aglio, prezzemolo, sale, pepe, olio extravergine di oliva


Come prima cosa preparare la ratatouille di verdure: fare appassire il cipollotto tagliato a listarelle con 1 cucchiaio di olio, 2 di acqua e un pizzico di sale; rosolare a fuoco basso per qualche minuto; mescolare, alzare leggermente la fiamma ed aggiungere le carote tagliate a rondelle e proseguire la cottura per qualche minuto. Aggiungere poi in sequenza la melanzana tagliata a tocchetti, le zucchine ed infine i pomodorini tagliati a metà. Mescolare, continuare la cottura per qualche minuto poi spegnere il fuoco. 
Foderare una teglia con carta forno; versare qualche cucchiaio di ratatouille di verdure sul fondo della teglia; appoggiarvi sopra il nasello, ancora un pizzico di sale, pepe e ricoprire il pesce con il resto delle verdure; aggiungere i capperi dissalati sotto acqua corrente, le olive taggiasche, chiudere il cartoccio o cuocere in forno caldo per circa 45 minuti a 180 gradi. Togliere dal forno, fare riposare per una decina di minuti poi servire l’ ARROSTO di MARE al CARTOCCIO con RATATOUILLE di VERDURE con una spolverata di prezzemolo fresco ed un filo di olio extravergine di oliva.. 


In abbinamento servire un calice di Fulgido Ortrugo dei Colli Piacentini Doc Mossi Aziende Agricole e Vitivinicole Ziano Piacentino (PC).
Questo piacevole vino bianco frizzante è ottenuto in purezza dal vitigno autoctono Ortrugo dei Colli Piacentini. Il vitigno, vigoroso e generoso, da sempre presente nel territorio piacentino ha ottenuto la Doc agli inizi degli anni ’80. Le uve vengono vinificate tradizionalmente nella tipologia frizzante e spumante ma negli ultimi tempi l’Ortrugo lo si trova anche nella tipologia fermo. Fulgido, questo gentile e delicato vino, dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, fruttato e floreale con sentori di mela e biancospino, leggermente aromatico, secco, fresco ed equilibrato si abbina piacevolmente ad antipasti e pietanze di pesce e carni bianche, ma anche con primi piatti leggeri con verdure, formaggi freschi. Fulgido è perfetto al momento dell’aperitivo con stuzzichini e torte salate e da condividere con gli amici. Temperatura di servizio 8 – 10 gradi.
Buon lavoro e buon appetito ! Neria Rondelli

giovedì 22 giugno 2017

CONDIMENTI Festival di cibo e letteratura il 24 e 25 giugno

Un festival letterario che coniuga cibo e cultura quello che nel fine settimana si svolgerà a Castelmaggiore in provincia di Bologna. La 5 edizione di Condimenti si svolgerà come di consueto a Villa Salina, struttura seicentesca di grande prestigio immersa in un ampio parco. 
"Nutrire la mente e il corpo" è la missione della manifestazione che nei due giorni proporrà presentazioni di libri, laboratori, musica, degustazioni, spettacoli teatrali, lezioni di yoga e visite botaniche. Si inizia sabato 24 alle 10.30 con la visita al parco che custudisce una quercia secolare unica. A seguire un ricco programma di appuntamenti con, tra gli altri, "il coach della salute" ospite la dott.ssa Poli esperta di nutraceutica, e presentazioni di libri come Aglio olio e pili pili di Odette e Christine Boya, Alimentazione e salute dedicato alla prevenzione e Tritacarne, libro inchiesta di Giulia Innocenzi. Lo chef Riccardo Facchini sarà l'artefice dello show cooking che seguirà la presentazione del libro Misteri e manicaretti dell'appennino bolognese di Sabrina Leonelli e Carmine Caput.
Alle 21.30 spettacolo di Vito con " Storie della bassa" e per concludere la celebrazione della notte di San Giovanni con esibizioni di danza e al termine una degustazione di nocino.
Domenica 25 si inizia con Un viaggio del mondo su un chicco di caffè  con Alessandro Brilli e degustazione a cura di Meseta, secondo appuntamento con una lezione di yoga. Alle 11.00 è il momento dedicato ai bambini dai 5 ai 10 anni ( su prenotazione al 327 6682158) con Il mio erbario, per conoscere la natura che ci circonda.
Nell'area cooking show oltre agli incontri previsti,  anche la possibilità di mangiare per godere di tutti gli appuntamenti previsti, grazie alla presenza di foodtruck. per gli amanti del vino Andrea Gori terrà una Conversazione sui grandi vini rossi e Franco Trentalange presenterà il suo rosso biologico" Il Peccatore", il tutto seguito da una degustazione ( ore 19.30 ). Alle 21.00 ospite nel' Arena, Valerio Braschi, vincitore dell'ultima edizione di Masterchef. L'ingresso alla manifestazione è gratuito, tutti le info dettagliate sul sito e sulla pagina FB. Livia Elena Laurentino

mercoledì 21 giugno 2017

BIOGRAFILMFESTIVAL 2017 si conclude

Cala il sipario sulla tredicesima edizione del BIOGRAFILMFESTIVAL di Bologna, ma questa sera sarà ancora possibile per i ritardatari o per chi vuole rivedere qualche film l'accesso al Cimena jolly che offrirà le ultime tre proiezioni.
Si parte alle 17.00 con OLTREMARE di Loredana Bianconi e alle 19.00 TO STAY ALIVE: A METHOD di Arno Hagers, Erik Lieshout, Reinier van Brummelen  .
Per finire alle 21.30 CHERCHEZ LA FEMME! di Sou Abadi. 
Per chi ama cinema francese, anche se la regista è iraniana, la visione di questa commedia vale la pena. Un film che con leggerezza tratta il tema dell'amore tra culture diverse come quella islamica e quella occidentale, l'amore tra il giovane Armand e la bella Leila, segregata dal fratello Mahamoud. Riusciranno gli innamorati a coronare il loro sogno? Scopritelo.
Infine grazie alla partnership con SKY, per chi è abbonato, la possibilità di vedere tutti i giorni sul canale dedicato SKY ARTE, la selezione dei film delle scorse edizioni di BIOGRAFILMFESTIVAL. Matteo Simonetti

martedì 20 giugno 2017

BIOGRAFILMFESTIVAL 2017- Bologna è... city movie

Ancora una volta BIOGRAFILMFESTIVAL, International Celebration of lives, la rassegna cinematografica ideata e diretta da Andrea Romeo, ha reso Bologna una città internazionale portando ospiti e film prestigiosi da tutto il mondo.
Ieri sera si è conclusa la tredicesima edizione che  con 28 film in più rispetto allo scorso anno, ha raggiunto il record di 108 proiezioni ed un parterre di ospiti invidiabile, se pensiamo a Pierce Brosnan, indimenticabile 007 con la moglie Keely Shaye, intervenuti per presentare il documentario ecologico Poisoning Paradise, sulla lotta di Kauai e delle isole vicine, al grande regista Francis Ford Coppola e consorte, e a Soko, madrina della manifestazione.
Dopo dodici giorni, se si considera anche la serata d’anteprima, l’edizione 2 017, si protrarrà per altri due giorni, oggi e domani, con alcune proiezioni in replica al Cinema Jolly, che segnaliamo a chi se le fosse perse:
martedì 20 THE HATE DESTROYER di Vincenzo Caruso alle 17.00 e CHERCHEZ LA FEMME! di Sou Abadi alle 19.00 e L’OPÉRA di Jean-Stéphane Bron alle 21.30
mercoledì 21 OLTREMARE di Loredana Bianconi alle 17.00 e TO STAY ALIVE: A METHOD di Arno Hagers, Erik Lieshout, Reinier van Brummelen alle 19.00 e CHERCHEZ LA FEMME! di Sou Abadi alle 21.30
Impossibile riuscire a veder tutto quello che la rassegna a proposto tuttavia ci piace segnalare quello che ci è piaciuto di più...
Non è facile raccontare GLORY di Kristina Grozeva e Petar Valchanov ( Premio CITEM n.d.r.), senza anticipare nulla del film se non che a partire dall'inizio e fino alla fine, attraverso il fil rouge che è l'orologio del protagonista, viene dipinto un aspetto della società contemporanea che non appartiene solo alla Bulgaria.
Il film è ben costruito e riesce tenere viva la tensione del racconto ad un livello costante dall'inizio alla fine.
La storia " di un buono in un mondo freddo" rappresentata in GLORY ed i temi trattati forse non brillano per unicità ,ma sono l'occasione per una riflessione che non fa per nulla male. Matteo Simonetti

lunedì 19 giugno 2017

Il Prato nel Piatto . La PIANTAGGINE





LA PIANTAGGINE

La piantaggine è una pianta assai modesta e molto presente intorno a noi. Alta venti, massimo trenta centimetri, è tutta verde, senza profumo, con fiori che passano praticamente inosservati e con spighe alte, cariche di semi, che danzano al cantare del vento e della dolce brezza. Cresce praticamente ovunque, prati, colline e perfino nelle fessure presenti sui marciapiedi. Ama crescere vicino a noi e in particolar modo lungo i sentieri calpestati. A volte, penso lei ci osservi silente.
Il nome “piantaggine” deriva dal termine latino Planta perchè la si può calpestare e lei non fa una piega. Detta “umile pianta del cammino” perché, un tempo, i viandanti la applicavano a mo' di suoletta o di cerotto sulla cute dei piedi lesionati dal camminare. Le sue foglie venivano impiegate come impacco da porre a contatto con le ferite, per bloccare il sanguinamento e favorire la guarigione e la cicatrizzazione. Utile rimedio lenitivo anche per le punture di insetti. 
Alberto Magno la considerava un formidabile antidoto contro il veleno di scorpioni e serpenti. Personalmente è la prima pianta che raccolgo quando vado in passeggiata, non si sa mai, un becco di vespa, o di qualsiasi altro insetto potrebbe guastarmi la scampagnata, e invece l’amica piantaggine, nel caso io venissi morsa, corre in mio aiuto. Uso i miei denti come fossero un mortaio da viaggio, e grazie agli enzimi della saliva ottengo una poltiglia da applicare sulla parte lesa, e in men che non si dica, inizia il medicamento. Assorbe il veleno e previene infezioni e cicatrici. Veramente portentosa.
Esistono oltre sedici varietà di piantaggine, le più comuni sono la lanceolata, detta anche Lingua di cane, che pare una lancia che svetta verso il cielo, molto maschile; la Major che porta foglie larghe e tondeggianti, disposte a rosetta come un piatto che accoglie l’energia del cielo e della terra, acquosa, adatta per chi voglia compensare le proprie carenze femminee; poi ce n’è un tipo pelosa che cresce sui monti e la stellata che pare proprio una stella; e in erboristeria è molto richiesto lo Psillio per via delle sue mucillagini che aiutano ad andar di corpo con facilità. Quando lavoravo in erboristeria era uno dei prodotti più venduti, troppe persone hanno problemi con la cacca, purtroppo. Un giorno affronteremo anche questo argomento, ora torniamo alla nostra splendida piantaggine che vi consiglio di osservare in ogni sua forma, emana leggerezza, equilibrio, apertura, abbondanza, spensieratezza, sicurezza. Semplice e potente. Bellissima.

La si identifica agevolmente per le nervature molto evidenti, delle foglie. Libereso amava spezzare la foglia di Piantaggine per tirarvi fuori un esile, ma resistente, filo da queste nervature. Fatto ciò, ci raccontava che un tempo vi erano donne capaci di cucire con quel filo. Son state fatte cose eccezionali in passato, purtroppo la memoria in gran parte è andata perduta. Quelle cinque nervature, idealmente, rappresentano la capacità della pianta di far circolare l’energia lungo strade ben segnate. La pianta ha le foglie riunite in una rosetta basale aderente al terreno, e al centro ha un’infiorescenza a spiga dalla quale sporgono numerosi piccoli fiori dai lunghi stami, che gli donano un aspetto piumoso. Da bimba li utilizzavo per fare dei graziosi cestini, ciò mi divertiva assai. I semi sono prodotti in grande numero, ottimi per fare i biscotti. Golosissimi.


Vegeta molto bene nei luoghi umidi, ma si adatta altrettanto bene nei terreni siccitosi, è diffusa ovunque, la si può trovare in tutte le stagioni, e ha una grande capacità di rigenerarsi e crescere.

È una delle piante medicinali più potenti che la Natura ci abbia mai regalato. Possiede un potenziale nutritivo straordinario che potrebbe aiutare le persone in situazioni difficili. Son felice di scrivere di lei perché la conosciamo in pochi, sarebbe da ringraziare ogni volta che la si incontra per le sue straordinarie qualità. Plinio la definiva "erba magica" per le sue molteplici proprietà curative. Ha la capacità di bloccare le emorragie e di favorire la guarigione delle ferite per via delle mucillagini che sono presenti nelle sue foglie. Utilissima in caso di lesioni cutanee, piaghe, ferite, abrasioni, screpolature, morsi di insetti. Utilizzata per la preparazione di sciroppi per calmare la tosse e per sciogliere il catarro. La troviamo anche in campo omeopatico. È considerata una pianta sicura e priva di controindicazioni, adatta anche ai bambini.
La possiamo raccogliere tutto l’anno ed utilizzarla sia in cucina che come rimedio naturale.

Una curiosità: le sue foglie giovani e centrali hanno un sentore di fungo porcino. Vi consiglio di non cuocerla per estrarre questo sapore, se proprio avete voglia di sapor di bosco, acquistate una confezione di funghi secchi, la piantaggine, una volta cotta, assume un colore grigiastro terrificante e avremo perduto tutte le sue meravigliose qualità. Provate ad aggiungere le sue foglie più giovani nelle vostre insalate, scoprirete una nota inconsueta. Se volete potrete anche utilizzarla insieme ad altre erbe commestibili per preparare il ripieno di torte salate, fagottini, ravioli, farinate e frittate. Oppure tritata e unita alla farina utilizzatela per rendere più colorata e saporita la vostra pasta fresca o il pane. Personalmente, data la sua ricchezza di silicico, zinco e potassio, la utilizzo per fare un gomasio remineralizzante con l’aggiunta di ortica ed equiseto, per la ricetta visitate il mio sito.

Voglio donarvi una mia ricetta affinché cominciate a nutrirvi di questa pianta meravigliosa:

Insalatina di lenticchie:
è un piatto ricco. Prendete il vostro cestino e andate nei campi a cercare la vostra piantaggine. Raccogliete delle giovani foglioline interne, e una volta giunti a casa, lavatele e tagliatele a listarelle. Poi aggiungetele a un bel piatto di lenticchie cotte, condite con olio evo e sale di Mothia, un cucchiaino di tamari, un cucchiaino di senape in grani pestati al mortaio, due cucchiaini di aceto di mele, uno zester di limone o di arancia, uno spicchio di aglio tritato, un cucchiaio di foglie di achillea se l’avete incontrata durante la vostra passeggiata. Mescolare con cura e servire come antipasto con germogli e fiori di acetosa o di rosa. Golosissima, nutriente e saziante.

Conviene imparare a riconoscere questa pianta spontanea, merita di essere riscoperta.

Bene, siam giunti alla fine, “stretta è la foglia, 
larga è la via, dite la vostra che io ho detto la mia!!” 
Così diceva la mia nonna Tecla, mia maestra d’erbe e di Vita. 
Vi abbraccio forte, Beatrice Calia, l’Erbana.



sabato 17 giugno 2017

LA NAZIONALE ITALIANA CANTANTI - CLIK by Joanna Marioni






Il 30 Maggio, 42 mila cuori battono all’unisono per la Partita del cuore 2017 allo Juventus Stadium di Torino.


L’attesissimo appuntamento che coniuga sport, spettacolo e solidarietà, ha visto in campo la Nazionale Italiana Cantanti e i Campioni della Ricerca, una selezione di vip e campioni. 


Quest’anno lo scopo prefissato è stato quello di raccogliere fondi per sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e la Fondazione Telethon, si gioca quindi per donare ai ricercatori, ai medici, ai malati e alle loro famiglie un’ opportunità in più in un clima spensierato all’insegna dell’amore per lo sport e per la vita.


Il pubblico ha risposto positivamente con un’affluenza sold-out. 
Tantissimi i bambini e i ragazzi presenti, un buon messaggio per le nuove generazioni, da continuare a coltivare anche fuori dallo stadio. 
Cantanti, attori, artisti e campioni dello sport hanno regalato al gremitissimo pubblico oltre 90 minuti di emozioni e buon calcio. 


In campo il neopresidente della Nazionale Cantanti, Paolo Belli e tantissimi nomi illustri: Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Luca Barbarossa, Enrico Ruggeri, Niccolò Fabi, Neri Marcorè, Paolo Vallesi, Briga, Benji e Fede, Ermal Meta , Raoul Bova, Clementino, Edgar Davids, Nedved, Allegri, Gasperini, Boban, Del Piero, Andrea Agnelli, i campioni di Formula Uno Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. 


Uno spettacolo intenso, ricco di emozioni, accompagnato da un forte spirito di sportività e solidarietà che ha trasmesso un’ incredibile energia positiva a tutti i presenti. 
Un ringraziamento a tutti coloro che, con la loro presenza sia allo stadio sia da casa, hanno voluto e saputo sostenere l’iniziativa benefica. 
Un’iniziativa unica al mondo che ogni anno permette di realizzare importanti progetti per la collettività. 


La Partita del Cuore è stata trasmessa in diretta su Rai 1,  e commentata da Frizzi, Chiambretti, Gigi e Ross e Cristina Chiabotto. 
Il prossimo appuntamento della Nazionale Italiana Cantanti sarà questa sera ad Andria. Partecipiamo numerosi ! Testo e foto di  Joanna Marioni ph

venerdì 16 giugno 2017

Gustosità di Neria - CASERECCE INTEGRALI con PESTO di ZUCCHINE & FETA GRIGLIATA



La pasta in estate deve essere fresca e semplice con verdure di stagione e profumi mediterranei. Anche con farine particolari le pastasciutte sono sempre appetitose e gradite. Oggi ho provato preparare il pesto alle zucchine, buonissimo, ed ho condito una pasta integrale...risultato ottimo da provare.


La ricetta delle CASERECCE INTEGRALI 
con PESTO di ZUCCHINE & FETA GRIGLIATA


Ingredienti per 4 persone 320 gr di caserecce integrali, 100 gr di feta, 2 zucchine, 15 pomodorini datterini, 1 porro, 10 foglie di basilico, 20 gr di pinoli, 50 gr di parmigiano grattugiato, olio extravergine di oliva, sale, pepe

Lavare le zucchine, privarle della parte iniziale e finale ed affettarle; affettare anche il porro. 
In una padella rosolare il porro con un filo di olio, aggiungere le zucchine, un pizzico di sale e cuocere per qualche minuto. 
Nel mixer frullare le zucchine precedentemente cotte, il basilico, i pinoli.
Aggiungere il parmigiano, l'olio ed amalgamare bene il tutto.
Lessare la pasta per 10 minuti o quanto indicato sulla confezione. 
Nel frattempo grigliare i pomodorini su una piastra e condirli con olio ed un pizzico di sale. 
Grigliare anche la feta e tagliarla a cubetti. 
Scolare la pasta, condirla con il pesto di zucchine, completare con i pomodorini e la feta grigliata, una spolverata di pepe a piacere e servire. 


Gustare le CASERECCE INTEGRALI con PESTO di ZUCCHINE & FETA GRIGLIATA con un calice di Bianco dei Sorni Trentino Doc, vino bianco a base di uve Chardonnay, Pinot Bianco e Nosiola coltivate nella zona viticola dei Sorni a Lavis. 

Il particolare terreno ed il clima di quella zona conferiscono alle uve una particolare dolcezza ed aromaticità. 
Al naso il Bianco dei Sorni Trentino Doc ricorda l'albicocca, la pesca bianca e la mela cotogna con note floreali di fiori di campo. 
Al palato è intenso ed elegante con note di freschezza e sapidità, che lasciano una piacevole e persistente sensazione aromatica. Servito fresco trova un piacevole abbinamento con antipasti a base di pesce, con primi piatti a base di verdure, con risotti, con secondi piatti di carne bianca e formaggi non stagionati. Temperatura di servizio 8 - 10 gradi.
Buon lavoro e buon appetito ! Neria Rondelli